Editoriali

L'EDITORIALE: guarda Pippo, un tuo coetaneo si fa il mazzo e torna in A a 6 milioni

Il Brescia perde il suo capitano: Torregrossa firma con la Sampdoria, mentre Falco è ancora a guardare

LECCE - Hanno la stessa età, classe 1992, uno in queste ore viene ceduto a 6 milioni di Euro scontati dei 9 rifiutati in estate dal Brescia (l'offerta concreta era del Torino). L'altro quota un milione e mezzo immaginari (non offerti da nessuno), del "Monopoli", scontati anche loro dei 5 milioni di valutazione estiva, altrettanto immaginaria, a fronte di una sola offerta: zero Euro dal Crotone.

Hanno "fame" decisamente differente: uno va in campo con il casco e la testa rotta, fa 12 presenze, alcune volte da capitano, si "mangia" la sua voglia di riemergere e scappare di nuovo dalla B, segna 5 reti. In estate non l'aveva presa bene: il "no" di Cellino a Cairo era stato indigesto e la Serie A era sfumata. La reazione? 12 presenze e 5 reti, come detto. Anche a costo di giocare col casco (FOTO SOPRA). L'altro fa 3 presenze dal primo minuto col parziale per gli avversari di 3-0, 0-3 e 0-2 per un tempo (poi finirà 2-2 con gli ingressi decisivi dalla panchina). Chiamiamole coincidenze... Fa lo stesso numero di gol rispetto ai certificati medici prodotti per dimostrare acciacchi e qualche ansia. Una rete è ininfluente, una è decisiva.

Eppure c'è qualche "vedovo" del secondo che lo mette in parallelo col primo.

Di chi parliamo? Di Ernesto Torregrossa e Filippo Falco, 28enni dai percorsi decisamente differenti.

Per l'oramai ex Brescia si sta spalancando proprio in queste ore il portone del ritorno in A con la maglia della Sampdoria: offerta sontuosa al Brescia, 6 milioni di Euro più uno di bonus, prestito con obbligo di riscatto.

Per il "dieci" del Lecce tutto tace. "Si è messo in luce poco, cosa pretende"? Questo è il parere medio degli uomini di mercato di Serie A che sono a caccia di certezze per risollevare le loro stagioni, e non certo dell'ennesima scommessa magari con qualche ansia e dolorino di troppo.

E poi non era vera la storia che il coronavirus era scappato con la borsa dei soldi del calcio? Non era vero che c'è pochissima liquidità in giro? Sembrerebbe di no, visto che i calciatori di valore, valore totale umano e tecnico, quelli utili, vanno via come il pane in questo mercato di gennaio. Altri, coronavirus o no, restano soli con i loro tormenti.

"Una cosa è avere talento. E' un'altra cosa scoprire come usarlo", scriveva Roger Miller, compositore e attore di inizio Novecento. Ecco, può bastare...

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