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Su SoloLecce.it. LE PAGELLE POCO SERIE. Non prendetele sul serio

Tornano le nostre "freddure" sulla prestazione dei giallorossi: da non perdere

CREMONA - Anche per questo turno di campionato ecco le pagelle poco serie di SoloLecce.it. Da non perdere, ma anche da prendere non troppo sul serio…, mi raccomando!

FALCONE - Su qualche cross un po' troppo in area piccola in direzione Ciofani nel 1° tempo potrebbe anche staccarsi dalla linea di porta e affacciarsi un pizzico più avanti per evitare guai, ma l'eterno attaccante della Cremonese ha le polveri bagnate per conto suo. Il 1° tiro nello specchio della porta di Afena-Gyan arriva al minuto 89, lui lo mette in angolo. VOTO 6.

GENDREY - La sua miglior partita italiana. Manda a casa Valeri con il mal di testa, ha anticipi, calci, spallate e corse per tutti. E' una delle chiavi della vittoria. Cancello sbarrato, non passa nessuno. VOTO 8.

BASCHIROTTO - Uomo ovunque, trascinatore, leader non solo da copertina, da giornalino o storiella romantica. Chi lo identifica solo con i suoi muscoli da “Big Jim” non ci ha capito nulla: questo è il miglior difensore italiano del campionato. Mettetevelo in testa. Lui con la sua di testa invece centra un pallone radiocomandato da Hjulmand e che avrebbe due alternative: scoppiare per l'impatto con il capoccione del montanaro “Baschi” o finire in porta. Grazie a Dio finisce in rete. Migliore in campo per distacco assoluto. VOTO 8.

UMTITI - Ci vorrebbe un camion di Dessers e Ciofani per metterlo in difficoltà, ma siccome Ballardini ne può mettere in campo solo uno monsieur Samuel se ne sbarazza senza problemi. Giusto Ciofani gli prende una volta il tempo di testa in area piccola nel 1° tempo, ma non schiaccia abbastanza, il pallone resta innocuo. VOTO 7.

GALLO - Cresce nel 2° tempo, dopo un 1° di sola attenzione a controllare gli avversari di zona. Tanta corsa nella ripresa. VOTO 6.5.

BLIN - L'autoscontro con Benassi al 39' lo tira via dalla partita malconcio. Sino ad allora aveva distribuito palloni e calci, più calci che palloni. VOTO 6.

ASKILDSEN - Un filo di timidezza in meno, una manciata di agonismo in più e sarebbe anche utile. Si intravedono passi avanti importanti dal punto di vista della prestazione. VOTO 6.

HJULMAND - Entità soprannaturale. Chiude (gli altri), crea (per noi), riparte. Interpretazione sublime del ruolo, da far visionare nelle scuole calcio. Partita praticamente perfetta. VOTO 8.

GONZALEZ - Estirpa allo stralunato Meité il pallone che manda in soffitta la partita, quello che Strefezza recapiterà all'angolino. Per il resto gara di sostanza. VOTO 6.5.

HELGASON - Al rientro dopo qualche problema fisico: una manciata di minuti per restare negli almanacchi della partita. S.V.

STREFEZZA - Quando la condizione atletica lo sostiene brilla di luce propria e piena. Sinistro incantatore, e non è neppure il suo piede… VOTO 7.5.

OUDIN - Anche per lui spiccioli in campo, per esserci. S.V.

COLOMBO - Passeggiatore dei giardinetti nel 1° tempo, quando si “accende” dimostra di avere talento nelle gambe. Deve crescere molto nella testa, nella consapevolezza, nella fame. Si “mangia” un gol di testa che non può passare inosservato se di professione fai o vorresti fare la punta centrale del Milan del futuro. Beh, così rischierà solo di far venire giù “San Siro” a bestemmie. VOTO 5.5.

PERSSON - Entra per rimediare un paio di sbracciate avversarie e guadagnarsi una punizione che fa scorrere secondi preziosi. S.V.

DI FRANCESCO - Stranamente “leggerino”, prestazione schiacciata, soverchiata fisicamente dai marcatori grigiorossi. Non arriva su un paio di palloni dove in altre occasioni si sarebbe avventato famelico. VOTO 5.5.

BANDA - Entra al minuto giusto, nelle condizioni ideali della gara, con tutta la banda che suona: “sprinta” un paio di volte, Carnesecchi gli chiude la porta in faccia e gli nega la gioia del gol. Contributo generoso. VOTO 6.5.

BARONI - La 6° difesa di un campionato non può retrocedere, è legge statistica. Dunque costruire i successi su un pilastro così importante come una fase difensiva tornata perfetta è certamente più facile che pensare ai tornei della Play Station che richiama a fine gara negli spogliatoi. Applicazione precisa, maniacale, partita esemplare, distanze giuste, circolazione del pallone senza sbavature. Molto bene tutto quel che abbiamo visto a Cremona. Per il resto se lo mettesse in testa, il suo Lecce ha il limite di non avere un “piano B”. A Cremona ha funzionato il “piano A”. L'unico che abbiamo. E vissero tutti felici e contenti. VOTO 7.

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