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+++ ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati a un ex arbitro internazionale +++

Disastro totale per il fischietto originario di Nocera Inferiore: ecco tutti i casi analizzati da un esperto di livello internazionale

28.10.2019 08:45

LECCE - Per Lecce-Juventus il designatore della CAN A Rizzoli ha scelto il 41enne romano Paolo Valeri, appartente alla Sezione AIA di Roma 2, libero professionista e arbitro internazionale dal 1° gennaio 2011, reduce da un avvio di stagione disastroso culminato con la sospensione tecnica per qualche turno dopo la notte da dimenticare in Fiorentina-Napoli, quando da VAR era riuscito a condizionare una partita, in negativo.

All'8' la Juventus recrimina subito un rigore per fallo in area di Tachtsidis ai danni di Can. Valeri è in posizione ideale, il contatto c'è, l'arbitro porta il fischietto alla bocca, ma le sue paure di inizio campionato se lo divorano. E' rigore o simulazione, non ci sono alternative, visto che il tocco del greco sulla pianta del piede del turco è leggerissimo, uno sfioramento, tanto che Can passa dalla parte del torto restando in piedi qualche secondo per poi crollare a terra con calma. Non ci sono mezze misure, ripetiamo: o rigore o giallo immediato. Valeri se ne lava le mani (male) e il VAR ha le mani legate: è un evento fuori dal protocollo, qualunque fischio dell'arbitro (anche il rigore) doveva essere confermato per regolamento.

Passano altri quattro minuti e al 12' c'è un'altra protesta della Juventus per una caduta in area di rigore di Danilo, trattenuto da Calderoni. Trattenuto è una parola grossa, perchè l'ex Novara e Bari "accompagna" con la mano all'esterno la spalla dell'avversario, un movimento del tutto naturale per un difensore che vuole far allargare l'attaccante. Danilo si proietta in caduta libera, manca il giallo per simulazione. In caso di rigore qui il VAR avrebbe potuto dire la sua: si sarebbe trattato di un chiaro ed evidente errore, non interpretabile.

E' in fuorigioco netto il vantaggio momentaneo di Higuain annullato dall'intervento del VAR al 14', mentre è clamoroso lo scambio di persona del 17' quando Tachtsidis rifila un pestone sul sinistro d'appoggio a Dybala, ma Valeri ammonisce Rossettini che incrociava il movimento difensivo del greco ma senza toccare la "Joya". L'arbitro è coperto, rileva la dinamica a sensazione e in virtù della sua grande esperienza, ma prende l'uomo sbagliato. Altrettanto clamorosa l'assenza di chiamata del VAR che in questi casi deve intervenire per protocollo e cambiare il destinatario del giallo.

Al 41' altro contatto in area giallorossa, questa volta Bernardeschi-Meccariello: c'è un tocco sulla spalla, sembra troppo poco. Di sicuro gli attaccanti della Juventus sono complicatissimi da arbitrare, volano via sempre come foglie al vento. Le gare con i bianconeri in campo sono molto dure dal punto di vista interpretativo della congruità dei falli.

Al 47' rigore per la Juventus e ci sono pochi dubbi, nonostante le spericolate ricostruzioni da bar dello sport di questi due giorni delle testate nazionali e locali più disparate.

Sul piano tecnico è incomprensibile l'entrata di Petriccione su Pjanic: un calciatore che si lancia verso un avversario in quel modo non può stupirsi che l'arbitro fischi fallo dalla Terza Categoria in su. E' rigore, buttarsi a corpo morto su un avversario è contro il regolamento e basta, non importa se con tutto si riesca a trascinare via anche il pallone. Giusto l'intervento del VAR che fa rilevare all'arbitro la sussistenza del fallo all'interno dell'area, correggendo la concessione del calcio di punizione dal limite in calcio di rigore.

Molto meno solare quello concesso al Lecce al 54': il braccio di De Ligt è effettivamente largo oltre la posizione concessa (quella dell'orologio alle 19.20), ma è decisivo a rendere la traiettoria non leggibile il tocco immediatamente precedente di Lucioni che cambia la corsa del pallone che schizza verso il braccio dell'olandese come impazzito. Non essendo un chiaro errore il VAR non può intervenire, siamo nella sfera interpretativa dell'arbitro. Niente di scandaloso se il rigore non fosse stato concesso: il cambio di traiettoria imprevisto del pallone modifica radicalmente il grado di punibilità del tocco di mano di De Ligt.

Al 77' manca all'appello un altro giallo, a Bentancur o Rabiot che praticamente affondano in contemporanea Tachtsidis con una brutta entrata. Valeri non fa nulla, addirittura lascia correre. Errore grave: è un fallo importante non rilevato, l'unico.

All'88' giusta interruzione per fallo di Lapadula sul suo marcatore lanciato in porta nell'uno contro uno verso il portiere. Dopo il fischio abbondantemente in anticipo sul tiro a gioco fermo Lapadula batte comunque il portiere e segna ma non è neppure gol annullato. Giusto anzi punire il comportamento antisportivo: Lapadula cerca di perdere secondi preziosi.

Sono congrui tutti gli altri provvedimenti disciplinari intrapresi e le segnalazioni dei tempi di recupero (quello del secondo tempo, per essere pignoli, poteva anche essere allungato di ulteriori sessanta secondi).

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