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CORVINO, LA VERITA'! Il DS da non perdere: "costruito un Lecce subito forte, facciamo insieme questa grande impresa"

Le parole del Direttore Sportivo del Lecce che si è "aperto" in tante confidenze a una scolaresca salentina

MARTANO - Ospite dei ragazzi dell'IISS “Trinchese” di Martano, nell'ambito del progetto “Oltre lo Sport - Gestire, praticare, raccontare”, il DS del Lecce Pantaleo Corvino si è raccontato agli studenti, con tantissimi spunti sul suo passato personale, sul presente e sul futuro del Lecce.

Carriera - “Aspiravo a fare il calciatore, poi ho lasciato per entrare in Aeronautica e avere un lavoro sicuro. Volevo tornare al calcio, era la mia vita, allora a Vernole ho cominciato dalla Terza Categoria come DS nel tempo libero".

Vocazione giovanile - “La mia vocazione è lavorare coi ragazzi, non tanto fare il DS. Aver vinto dei titoli nazionali a Casarano e Lecce per me vale più di essere il DS più longevo con più presenze in Serie A".

Ritorno - “Sono tornato per amore. Arriva un momento della vita in cui vuoi fare qualcosa per la tua gente, al di là delle ambizioni. E io voglio lasciare il calcio solo dopo aver lasciato il Lecce a grandi livelli".

Invenzioni - “Quando hai poco budget devi cercare il talento e io qualche scommessa l'ho vinta. Con me a Vernole giocava Mazzeo, che ha giocato in A, poi il rilancio di calcaitori come Lucarelli, o l'aver trovato elementi di talento come Vucinic, Chevanton, Bojinov, Jovetic, Vlahovic, Castrovilli. A Vlahovic ho pagato l'ultimo anno di contratto pur di averlo che era ancora ragazzino e portarlo a Firenze".

Trattative da ricordare - “Quella di Francioso nel passaggio al Casarano, perchè era svincolato e non era facile da portare in rossoblù. Quella di Lima al Lecce, lunghissima, quella di Toni alla Fiorentina, i miei primi dieci milioni spesi per un giocatore. Spesi bene…".

Il Lecce di oggi - “Siamo riusciti a farlo forte e in grado di fare risultati importanti subito, e non era facile dopo la retrocessione. Tutte le retrocessioni lasciano sempre macerie. Andare in A adesso sarebbe un'impresa ardua, storica, al tempo del coronavirus ancora più dura economicamente. Siamo in corsa, dobbiamo correre".

Futuro e giovani promettenti - “C'è gente come Hjulmand, Bjorkengren, Listkowski, Gallo e Rodriguez Delgado che hanno già moltiplicato il loro valore di partenza. Sono la base del Lecce del domani, tecnicamente e anche finanziariamente per quel che potranno garantire un giorno".

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