Editoriali

L'EDITORIALE: allora, abbiamo perso la voglia di soffrire? Svegliamoci noi, non la squadra. Lo dicono i numeri, noi stiamo con Liverani

Dopo il pareggio con il Matera ecco il nostro editoriale. Come sempre controcorrente

LECCE - Veniamo subito alla sostanza, che a otto giornate dalla fine viene prima del bel gioco. Un'altra giornata di campionato è alle spalle e il vantaggio sulle immediate inseguitrici è sempre di sette punti, anche se è definitivamente rientrato in corsa il Trapani, solo qualche giornata fa in una corposa doppia cifra di punti di distacco dal Lecce.

La buona novella di Lecce-Matera è questa, oltre al timido risveglio di prestazione nell'ultimo scorcio di partita, dopo le prove non esaltanti iniziate con la sconfitta di Coppa Italia di Serie C in casa con il Cosenza. Ma ancora una volta ci aggrappiamo ai numeri per conservare un ottimismo "filo-Liverani" che qualcuno ci ripmprovera ma che mette radici sul cammino entusiasmante nei numeri del tecnico romano.

La verità dei numeri dice che il Lecce in questa situazione a otto giornate dal termine non si è mai trovato nella sua storia, le promozioni se l'è sempre sudate con una fatica clamorosa, come le salvezze in A, sinceramente non capiamo perchè a questo pubblico sempre più "social" non vada bene soffrire, come sempre, come nella nostra natura. "Chi vuole vincere il campionato con dieci punti di distacco faccia il fantacalcio", aveva detto LIverani. Noi di SoloLecce.it continuiamo a ripetere quella frase come fosse un mantra religioso: siamo pronti alla battaglia, vediamo di esserlo tutti insieme. Come lo siamo stati con Fascetti, con Mazzone, con Bolchi, con Sonetti, con De Canio. Cosa è cambiato? Questi tempi moderni, social e un po' ovattati paiono aver fatto affievolire la voglia di soffrire. Saremo un po' nostalgici ma anche quella fa parte del calcio. Chi soffre di più vince. Non facciamo i bamboccioni e non facciamo le signorine: ora stringiamoci tutti.

Anche perchè pare che sempre i numeri dicano che il Lecce di Liverani ha sin qui collezionato quattro punti in più del Benevento di Auteri alla stessa giornata di campionato di due stagioni addietro e un punto più del Foggia di Stroppa di cui tutti i tifosi del Lecce si riempiono la bocca nelle piazze "virtuali". Noi, insomma, più forti di Benevento e Foggia.

Pur tuttavia restano delle "situazioni" aperte, l'irrisolto tema tattico del trequartista (manca solo Perucchini ai tentativi disperati di Liverani di darsi un faro della manovra).

Non la pensiamo invece come la vulgata comune sulle presunte indecisioni di Liverani sugli uomini. Marzo è "pazzo", come abbiamo scritto in un articolo in cui parlavamo del calendario del Lecce, ci metterà in campo ogni quattro giorni di media. Siete davvero convinti che si possa fare un campionato con undici titolari? Noi no, giusto responsabilizzare Selasi, giusto fare staffette periodiche Di Matteo-Legittimo per non consumare di fatica il terzino sinistro del Lecce, giusto puntare su una coralità di nomi in avanti dove però è altrettanto sotto gli occhi di tutti l'utilizzo modesto delle potenzialità di Di Piazza.

Il 60° è il suo minuto, oramai entra statisticamente sempre a quel momento della gara: un po' pochino per un attaccante che può essere devastante. Qui sta iniziando a scricchiolare la teoria di Liverani di sfruttarlo maggiormente a gara in corso, dopo che Dubickas ha "sfiancato" le difese avversarie. Sarà anche vero questo tatticismo del mister, ma ottiene il prodotto inverso sul carattere del bomber siciliano che ogni volta in mezz'ora si sente obbligato a spaccare il mondo, si sbatte, sbaglia, non appoggia accanto i palloni che andrebbero solo spinti in porta come quello di domenica. Perchè è normale, generoso com'è, che voglia fare tutto e da solo. E' fatto così.

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