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+++ ESCLUSIVO SoloLecce.it. I "CASI" ARBITRALI affidati a un ex arbitro internazionale +++

Disastro totale per il fischietto originario di Nocera Inferiore: ecco tutti i casi analizzati da un esperto di livello internazionale

21.10.2019 11:33

MILANO - Per Milan-Lecce il designatore della CAN A Rizzoli sceglie un giovane di talento e molto considerato dalla Commissione Arbitri maggiore. E' il 37enne Fabrizio Pasqua, fischietto di origini salernitane ma appartenente alla Sezione AIA di Tivoli (è nato a Nocera Inferiore), dal 1° luglio 2017 inserito nella squadra degli arbitri di Serie A e già premiato lo scorso maggio con il riconoscimento dedicato a Stefano Farina come miglior esordiente nell'ultima Serie A. Giovanissimo il suo ingresso nell'AIA, a 16 anni: Pasqua è già arbitro da 21 anni, dal 1998.

All'11' proteste del Milan che reclama la concessione di un calcio di rigore per un presunto fallo di mano in area di Lucioni. Pasqua è incomprensibilmente lontano e attardato sull'azione (appare di rincorsa solo nei replay larghi). Potrebbe aiutarlo solo il VAR che non interviene correttamente, perchè non si tratta di un chiaro ed evidente errore. Pasqua si affida al testa o croce, giudica bene a intuito, ripetiamo pur essendo lontano dall'azione. Un eventuale VAR avrebbe comunque scagionato Lucioni: il difensore giallorosso fa di tutto per sfilare il braccio destro dalla traiettoria mettendolo al massimo dell'aderenza con il corpo. Un movimento che consente all'ex Benevento di non colpire mai con il braccio: il pallone scivola tra spalla destra e petto. Non è rigore.

Al 56' protesta il Lecce per un contatto tra Biglia e Mancosu in piena area. Il fantasista giallorosso si lascia andare come una foglia al vento al minimo contatto con l'avversario. Manca il giallo per simulazione, il tentativo di Mancosu è plateale: ingannare l'arbitro. Non è rigore.

Nella stessa azione Conti in scivolata in chiusura difensiva tocca il pallone con il braccio (sarà sfuggito a tanti lettori). Non è rigore neanche questo, l'ex Atalanta fa di tutto per evitare il contatto e come Lucioni nel primo tempo tiene il braccio completamente aderente al corpo. Corretto anche il mancato intervento del VAR.

Al minuto 58 il Lecce pareggia sugli sviluppi di un calcio di rigore parato da Donnarumma e corretto in porta da Babacar sulla corta respinta. Su un cross al centro di Farias Conti con il braccio larghissimo tocca il pallone e fa anche ripartire l'azione del Milan che in contropiede con Leao si divora il 2-0. Decisione assurda, folle di Pasqua di far proseguire il gioco esponendo il Lecce addirittura al rischio di rimediare un doppio svantaggio quando dovrebbe battere un rigore. Il fischietto laziale questa volta è vicino, non fischiare questo rigore dal terreno di gioco, senza VAR, è un errore colossale. Sprecato il pallone del raddoppio dal Milan il VAR Pairetto richiama di corsa al monitor il suo collega e si torna nell'altra area: rigore per il Lecce. Un pasticcio evitabile.

All'82' altre proteste del Lecce per un contatto in area tra Petriccione e Rebic: per quanto Pasqua fosse ancora una volta lontano il VAR Pairetto non può intervenire, non è un caso esposto alla gamma degli interventi del protocollo VAR. Pasqua tira un'altra monetina, fa testa o croce nel suo cervello e valuta, spetta a lui "pesare" il contatto tra il croato e il centrocampista del Lecce. Questa volta gli gira male: Rebic non ha nessuna possibilità di intercettare il pallone e butta via, spinge via in maniera eclatante l'ex Bari, lo sbilancia impedendogli di colpire di testa. Manca il rigore.

Nel mezzo sono congrue le indicazioni del tempo di recupero dei due tempi di gioco, allungato quello del secondo tempo per la segnatura della rete di Calderoni e la successiva lunga esultanza. Sono congrui anche i provvedimenti disciplinari per gli ammoniti Majer, Rossettini e Biglia, così come è corretta l'espulsione di Liverani che alza la voce nei confronti del Quarto Ufficiale invitandolo a "svegliarsi" per agevolare un cambio nel Lecce. Modi poco urbani che il tecnico giallorosso paga giustamente con l'espulsione.

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