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FALCONE, LECCE NEL DESTINO: "qui perché l'ho voluto. E' lo spartiacque della mia carriera: si decide tanto"

Le parole del nuovo portiere del Lecce, un numero uno "particolare" che vestirà la maglia numero 30

LECCE - In Sala Stampa al “Via del Mare” è stato il giorno di Wladimiro Falcone, il nuovo portiere del Lecce arrivato dalla Sampdoria in prestito con diritto di riscatto in favore del Lecce e di controriscatto finale in favore della Sampdoria.

Presentandolo ai giornalisti il DS del Lecce Corvino ha parlato di un estremo difensore “completo e come lo volevamo, molto alto, abile nel parare i rigori e giocare il pallone con i piedi. Anche senza un curriculum alle spalle di Serie A per noi rappresenta una scelta importante”.

Ecco allora le parole del nuovo guardiano dei sogni giallorossi, qui in sintesi, sotto nella versione video completa.

Scelta - “Conoscere Trinchera è stato fondamentale, ho voluto fortemente venire qui, fare un'esperienza nuova in una piazza di cui tutti parlano bene. Era nel mio destino essere del Lecce. L'istinto mi ha detto di scegliere questa soluzione a tutti i costi, anche Osti e Faggiano mi hanno ribadito che siamo davanti a una realtà da Champions League. Ora tocca a me".

Numero - “Il mio numero fortunato è il 3, sarò un portiere ‘strano’ per il Lecce, con un numero insolito e che appunto possa contenere il 3, il numero 30”.

Compito difficilissimo - “Ci aspetta una stagione durissima, l'anno scorso ho avuto una percentuale di parate molto alta perché alla Sampdoria subivo tantissimi tiri, dunque sono pronto anche a Lecce a confermare questa qualità, spero”.

Trattativa - “Il DS Trinchera mi ha telefonato il lunedì successivo alla promozione del Lecce in A, subito, mi ha chiesto se mi sentissi pronto, io ho risposto positivamente dando la mia disponibilità. Poi si sono susseguiti tanti momenti, ho seguito l'alternarsi della trattativa con un po' d'ansia, volevo giocare a tutti i costi e sapevo che Audero sarebbe rimasto alla Sampdoria. Ora sono decisamente contento”.

Carriera - “Ho iniziato a giocare a calcio tardi, dopo 7 anni di nuoto e basket, partendo da portiere subito a 11 anni, da lì non mi sono mai mosso dalla porta. Dopo il primo anno mia madre era incerta sul farmi proseguire o meno, poi un dirigente della Lodigiani le disse che avevo talento, che dovevo continuare”.

Caratteristiche - “Sui rigori i compagni mi hanno sempre detto che sono fortunato, che spesso me li calciano addosso, forse perché sono molto alto. Ma sono molto istintivo, cerco sempre la parata che possa darmi godimento, come pure uscire in presa alta in mezzo a mille teste, senza paure. Ecco, le uscite pure mi piacciono particolarmente”.

Occasione che cambia una carriera - “So che questo è un anno che cambierà la mia carriera. Sarà uno spartiacque. Vengo dalla C, con un campionato buono in B a Cosenza e 10 partite in A a Genova. Ora bisogna capire cosa sono, se merito questa opportunità di stare in A con gli altri portieri di questa categoria incredibile”.

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